Il Piemonte è ancora in zona rossa e lo sarà probabilmente fino al 12 di aprile; la categorie di parrucchieri e barbieri, quindi, vede le proprie attività chiuse dal 15 marzo senza la possibilità di riaprire fino a che la Regione non passerà alla zona arancione. Oltre al disagio dei clienti di non poter tagliare barba e capelli, vi è anche il malcontento (giustificato) degli addetti del settore che non potranno tornare a lavorare ancora per almeno altre due settimane. E inoltre fa capolino anche il problema dell’abusivismo.
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Piemonte in zona rossa: parrucchieri e barbieri in protesta
Il Comitato di Coordinamento delle Confederazioni Artigiane del Piemonte Cna, Confartigianato e Casa hanno inviato una lettera al Sindaco di Torino, Chiara Appendino e all’Assessore al Commercio e all’Artigianato, Alberto Sacco, evidenziando proprio che il perdurare dell’emergenza sanitaria aggrava la crisi economica e registra un costante aumento dell’abusivismo da parte di parrucchieri e barbieri che tentano di guadagnare nonostante le continue restrizioni. Il responsabile provinciale e regionale di Cna Benessere, Davide Padroni, ha dichiarato che questo fenomeno sarebbe sorto già diversi anni fa, peggiorando nell’ultimo anno. Ecco le sue parole:
Il fenomeno è noto da anni, tanto più in questo periodo dove le attività legali sono chiuse chiediamo un maggiore sforzo e maggiore volontà da parte della polizia municipale perché non è così difficile individuarle. Se prima infatti si facevano pubblicità tramite il passaparola tanti ora hanno l’audacia di farsi pubblicità sui social e in tante piattaforme digitali. Il paradosso è gravissimo: i regolari non lavorano e gli irregolari lavorano a rischio di diffondere il virus. È quindi necessario un impegno ancora più incisivo da parte delle autorità competenti affinché siano intensificati i controlli, l’efficacia degli accertamenti risulta vitale per le imprese del settore. Ora c’è bisogno di trasmettere alle imprese sane un segnale tangibile della vicinanza delle istituzioni. Se la lotta all’abusivismo non si affronta in modo adeguato ed efficace, rischia di accrescere il malessere e l’inquietudine che la categoria sta vivendo in questo periodo di emergenza sanitaria e di grande difficoltà lavorativa.
Anche Graziella Gallo e Francesca Coalova, responsabili del settore benessere per Confartigianato e Casartigiani, sono dello stesso avviso:
Sono purtroppo spesso gli stessi lavoranti dei saloni di acconciatura che lasciati a casa si propongono sul mercato, c’è quindi bisogno di un forte segnale da parte delle Istituzioni.
Parrucchieri e barbieri, intanto, osservano le loro attività chiuse in zona rossa, senza la possibilità di poter riprendere a lavorare, almeno fino a che il Piemonte non raggiungerà l’agognato colore arancione. Ma dopo un anno ci si chiede se sia ancora giusto continuare con restrizioni che fino a ora hanno portato a poco e nulla.