Vi avevamo già parlato di questa brutta storia: un parrucchiere ha letteralmente bruciato la testa della sua cliente a causa di un trattamento riuscito male, provocandole un’ustione che è arrivata fino alle ossa con conseguente alopecia di 8 centimetri. Oggi, dopo 7 anni dal terribile accaduto, finalmente è iniziato il processo!
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Parrucchiere brucia la testa della cliente: iniziato il processo
Del caso se ne erano occupate anche Le Iene: Noemi – la ragazza deturpata – oggi finalmente può sperare che la giustizia faccia il suo corso; i fatti risalgono al 2014 quando – in occasione della sua laurea – la giovane ha deciso di regalarsi un trattamento schiarente ai capelli. Ecco il racconto della diretta interessata:
Sono andata dal parrucchiere perché mi volevo schiarire i capelli. Mi ha messo una cremina e poi mi ha avvolto la testa nella pellicola trasparente: la testa ha iniziato a bruciarmi. Un po’ ho resistito, poi ho sentito come se ci fosse il fuoco.
All’epoca Noemi aveva solamente 19 anni e ha visto letteralmente il fumo uscirle dalla testa. Il parrucchiere, poi, le ha sciacquato il trattamento dai capelli facendole pagare ben 77 euro, ma a distanza di qualche ora la situazione è peggiorata. La testa della giovane cliente ha iniziato a sanguinare e recandosi al pronto soccorso le è stata prescritta una pomata per le scottature che però non è stata di grande aiuto:
Ogni volta che la applicavo i capelli venivano via assieme a tutta la cute.
A questo punto la ragazza è stata dirottata verso il distaccamento Grandi Ustioni dell’ospedale, dovendo sottoporsi a medicazioni dolorose per tre mesi. Noemi e suo padre hanno deciso di sporgere denuncia e nonostante i danni incredibili causati, il parrucchiere non ha mai chiuso, rischiando quindi di deturpare qualcun altro. Attualmente il titolare del salone è imputato insieme al dipendente che ha eseguito il trattamento. Speriamo che Noemi possa essere risarcita del danno subito e tornare a fidarsi dei parrucchieri quanto prima!
QUI vi lasciamo il video dell’intervista con Nadia Toffa, attenzione: il contenuto non è adatto alle persone sensibili.