Dalla Calabria arriva l’ennesima protesta di una parrucchiera che vede vanificare i suoi sforzi; la Regione, infatti, tornerà in zona rossa e questo vuol dire lo stop ufficiale di diverse attività, fra cui quella di cura della persona. Maria Vittoria Lo Bianco – titolare di New Look Parrucchieri su Corso Vittorio Emanuele III – si è fatta promotrice di un’altra protesta contro le chiusure del Governo Draghi.
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Parrucchiera in zona rossa protesta contro le chiusure
Le parole di Maria Vittoria Lo Bianco sull’imminente chiusura temporanea della sua attività:
Ora che entriamo in zona rossa tutte le attività saranno chiuse, ma cosa mai potremo risolvere in due settimane? Gli altri continueranno a lavorare abusivamente e uscire di casa senza indossare la mascherina mentre io costretta in casa e a dare ai miei figli pane e cipolla.
La parrucchiera calabrese ha speso moltissimi soldi per adeguare il locale all’emergenza sanitaria, investendo in gel disinfettante, guanti, mascherine, plexiglass e tutto il necessario per lavorare in sicurezza. Nonostante questo, comunque, i guadagni sono calati ed è stata anche costretta a mettere in cassa integrazione una sua dipendente:
L’attività non procede nel migliore dei modi sono stata costretta a mettere un dipendente in cassa integrazione. Spero domani di riuscire a lavorare in modo da riuscire a racimolare abbastanza da poter pagare le bollette: 1500 euro che vanno a sommarsi ad altrettanti giunti nel mese di dicembre, sotto Natale. Siamo in quattro a casa, c’è il mutuo da pagare e la casa è ipotecata: dove andremo a finire?
Il grande rammarico della parrucchiera Maria Vittoria è quello di vedere le sue fatiche sprecate, insieme ai soldi usati per mettere in sicurezza il suo salone:
Non colpevolizzo nessuno della situazione attuale, la colpa non è né mia né delle Istituzioni. Abbassare la saracinesca della mia attività sapendo, tuttavia, che ci sarà ugualmente moltissima gente che lavorerà in nero e uscirà nel pieno sprezzo delle regole, è qualcosa che non sopporto. A tutto questo non ci sto più.
I lamenti della parrucchiera in effetti hanno un fondamento: dall’inizio dell’emergenza sanitaria a oggi, sono moltissimi i barbieri e i parrucchieri che hanno lavorato abusivamente per guadagnare qualcosa. La chiusura di determinate attività, quindi, non permette a chi è in regola di lavorare, ma strizza l’occhio a chi trova un’alternativa, seppure illegale.