Piccoli artigiani, parrucchieri ed estetisti in questo periodo non sanno davvero come tirare avanti. L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova queste categorie che non possono alzare la serranda del loro negozio a causa delle restrizioni governative per arginare i contagi da CoronaVirus. Molti barbieri però si stanno ribellando e c’è chi addirittura riapre abusivamente la sua attività; altri invece si limitano a chiedere di continuare a lavorare onestamente come hanno sempre fatto. A Caltanissetta alcuni parrucchieri ed estetiste hanno chiesto al Sindaco un aiuto concreto. Arriverà?
Lettera aperta
A nome di tutta la categoria, quindi, alcune persone hanno voluto contattare il Signor Gambino per chiedere un aiuto concreto. La lettera di Romualdo Acquaviva inizia così:
“Egr Sig. Sindaco Gambino, sono Romualdo Acquaviva, Art Director del salone uomo-donna “Romualdo dal 1979”. Le scrivo in rappresentanza di un ampio gruppo di parrucchieri uomo-donna. Nell’attesa di creare un’associazione di categoria, abbiamo già fondato una pagina Facebook per poter affrontare questo periodo di pandemia condividendo i vari problemi che il nostro gruppo sta affrontando.
Con la presente vogliamo metterla a conoscenza che stiamo provvedendo ad organizzarci per la riapertura delle nostre attività che avverrà, come da decreto, il primo giugno”.
“Ci stiamo organizzando in merito a: sanificazione dei locali, acquisto di attrezzatura e materiale medicale per la disinfezione, acquisto di DPI adeguati (guanti, mascherine, visiere ecc..), sanificazione dell’area che circonda noi e il cliente durante l’esecuzione del servizio, utilizzo, ove possibile, di materiale monouso”.
Ma il vero problema riguarda ben altro. Ovvero gli aiuti concreti da parte delle istituzioni; ricordiamo che estetisti e parrucchieri non lavorano da quasi due mesi, ma lo Stato non ha sospeso i pagamenti di routine come l’affitto del negozio e le bollette.
Così, Romualdo continua la sua lettera: “Ci chiediamo come l’amministrazione comunale, rappresentata nella Sua persona, ci aiuterà in questa riapertura onerosa? Sapendo che i titolari di saloni di acconciatura, barber shop e centri estetici, nel 95% dei casi, sono artigiani veri e propri, gente che lavora senza sosta e che, pur di far fronte agli impegni economici non si concede ferie da molto tempo.
Stiamo parlando della vera spina dorsale dell’Italia. Bottegai più o meno strutturati, con qualche dipendente o con l’aiuto di un apprendista, gente che ha investito tutto ciò che aveva per realizzare il proprio sogno e che ha contratto debiti anche ventennali. Ora, a questi artigiani, lo Stato non vuol far sapere nulla e non vuole concedere nulla se non appena 600€ che, chi svolge questo mestiere sa molto bene, non bastano nemmeno a coprire la bolletta della luce (prontamente inviata dai gestori elettrici alla scadenza prevista).”
Qui la lettera completa del Signor Romualdo. Insomma, tolte le favole e le belle parole: quando sarà possibile per queste persone tornare a lavorare serenamente? Se la previsione rimane quella di riaprire i saloni il primo giugno 2020, come faranno per un altro mese a tirare avanti senza sussidi da parte dello Stato?