Anche Cna Varese aderirà alla petizione che chiede al Governo Draghi di riaprire le imprese di servizi alla persona come saloni di barbieri e parrucchieri e – ovviamente – anche i centri estetici. La Lombardia è ormai in zona rossa da diverse settimane e probabilmente rimarrà tale fino ai primi di maggio (o oltre). Questo per i lavoratori in campo estetico è inconcepibile poiché vuol dire non poter tornare a lavorare per un altro mese, non vedendo nemmeno l’ombra dei ristori promessi da un anno a questa parte.
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Covid: Varese chiede di riaprire parrucchieri e barbieri
Lo slogan dell’iniziativa è semplice e recita: “Fateci lavorare”; questa frase verrà appesa con un volantino sulle vetrine dei negozi per sensibilizzare la classe politica a fare scelte consapevoli che non penalizzino gli operatori di determinati settori che – oltre a vedere le loro attività chiuse da mesi – devono fare anche i conti con lo sciacallaggio dei colleghi e l’abusivismo. Francesco Reina – Presidente Cna Acconciatori di Varese ha dichiarato:
Le decisioni assunte dal Governo sono incomprensibili, la protratta chiusura delle nostre attività determinerà la condanna a morte per molte di esse che non riusciranno ad andare avanti ancora per molto. Condividiamo la decisione di riaprire le attività di toelettatura per animali ma non comprendiamo la chiusura dei parrucchieri. I cani possono “andare dal parrucchiere” mentre ai loro padroni non è consentito.
A fare eco a queste parole anche il Cna Lombardia che capitanato da Gianmarco Senna che si schiera contro le decisioni di questo governo, dichiarando incomprensibile la chiusura di queste attività, soprattutto per la possibilità di avere un elevato standard di sicurezza igienico-sanitaria all’interno del proprio locale. Annamaria Consonni – Presidente di Cna Estetica Varese – ha poi dichiarato:
I saloni di acconciatura ed estetica sono luoghi sicuri per clienti, dipendenti e imprenditori. Abbiamo adottato tutti i protocolli e tutte le misure anti-contagio che ci hanno prescritto: ci siamo muniti di mascherine, visiere, divisori, gel, distanziamenti, prenotazioni obbligatorie e nonostante questo non ci fanno aprire, lasciando così spazio agli abusivi che operano senza rispettare alcunché a danno sia della salute dei clienti che della economia della categoria.
Dopo un anno di emergenza sanitaria è impensabile l’idea di continuare a chiudere certe attività senza sostenere attivamente chi esercita all’interno di queste. Cambierà qualcosa con il nuovo dpcm di aprile? Staremo a vedere.